| In ogni mio sogno. - Prologo
Non ho mai realmente creduto ai miei sogni, non li ho mai ritenuti realmente importanti; però , non so ancora spiegarmi perché, in tutti i sogni che riesco a ricordare, da quando ci siamo conosciuto, tu ci sei sempre.
Non che tu sia il protagonista di ogni mio sogno, a volta non parli neanche per essere precisi, però ci sei... La tua costante presenza ha un che di raccapricciante, devo ammettere che mi spaventa un po', ma questo è l'unico modo per sentire la tua presenza sempre viva vicino a me; sembra quasi che non sia mai accaduto nulla... sembra quasi che io non ti abbia mai tradito.
Ricordi la prima volta che l'abbiamo visto?? Quel avvenente ragazzo dai capelli bianchi, quello che tu hai notato subito, hai notati che mi aveva puntato.... e hai anche visto subito l'influenza che ha avuto su di me.
Mi ha portato via da te in meno di due settimane, mi ha tirato via con tale ferocia ed ed egoismo che adesso, pensandoci , non riesco a capire come abbia potuto permetterglielo.
Sono stato un idiota.
Sono stato debole.
Avevo la cosa migliore del mondo stretta fra le mie braccia, ero amato dalla persona prefetta, avevo amore, felicità, avevvo te, Naruto, e adesso invece, sono rimasto solo.
Avrei dovuto essere più sveglio, avrei dovuto capire prima quali erano le mie priorità, le cose davvero importanti per me.
Non so cosa tu abbia provato quando ho fatto ciò che ho fatto, e non so proprio cosa provare, avendoti visto insieme ad un altro, a quel bar che frequentavamo spesse, proprio seduti al nostro tavolo...
Non so se dovrei essere felice per te, non so se dovrei sentirmi tradito, proprio io che ho tradito te.
Non so se anche tu hai avuto questi stessi miei dubbi, se anche tu pensi ancora a noi due, a tutto ciò che saremmo potuti essere insieme....
Non ... No, non ti domanderò tutto questo, non verrai mai a conoscenza di tutti i miei dubbi, non vorrei ritrovarmi a dover sentire risposte che potrebbero spezzarmi.
Te l'ho detto, sono un debole. Non riuscirei mai a sopravvivere sapendo che non potremmo mai più stare insieme, non sopravviverei se non potessi più sperare.
E se ti incontrassi ancora? Se dovessimo parlarci, cosa dovrei dirti? Cosa...?
No. Basta. Terrò i miei sentimenti chiusi qui, fra queste pagine, sempre con me, nascosti al mondo, soprattutto ai tuoi occhi.. Non so se li rileggerò, non so se un giorno me ne libererò, quando ( e se ) riuscirò a dimenticarti.
E intanto mi accontento , mi accontento di vederti accanto a me, in ogni mio sogno
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Capitolo 1
Quel maledetto intuito femminile
Dicono che le donne capiscano subito quando il marito le tradisce, è il loro intuito femminile che le rende consapevoli di cose che in realtà neanche loro sanno, è una sensazione talmente forte, che non può che essere vera.
Posso dire, anche essendo un uomo, di aver avuto anche io un avvertimento dal mio "intuito femminile" , è stato lui a farmi capire cosa stava succedendo.
In effetti, era abbastanza strano che un bar man dovesse fare tutti quei viaggi, tutti quegli spostamenti nei ba più in dello stato, per capire quali fossero i drink che andavano più dii moda, acquisire nuove tecniche di shakeraggio ,,,
Anche a sentirla dire così, per la prima volta, sembra una scusa campata in aria, a cui mai nessuno potesse mai credere.
Ma come tu spesso e volentieri mi dicevi, sono stato proprio una testa quadra...
Al tuo terzo viaggio di lavoro nello stesso mese, il 6 in totale, non ho più resistito, dovevo scoprire la verità: Se veramente avevo questo stra- maledetto intuito femminile, o se il tuo capo era un idiota a mandarti a fare questi stupidi viaggi.
Ho aspettato che partissi, ti ho accompagnato alla stazione e sono partito con il treno successivo al tuo; quei 500 chilometri sembravano infiniti, tanto che quando arrivai alla stazione mi sembrava di aver viaggiato per una settimana intera.
Sono arrivato in un' hotel che avevo contattato quando ero ancora sul treno, lo stesso dove stavi alloggiando tu, così che se tutta quella storia fosse stata vera avremmo potuto stare insieme senza troppi problemi.
Ho chiesto di te all'uomo che stava alla reception, ma quando ho detto di essere il tuo compagno ha fatto una strana espressione, reazione che avevo visto in molti altri volti, quindi ci passai sopra, iniziando la mia ricerca.
Mi avevi lasciato gli indirizzi di alcuni dei bar che avresti visitato, così da poterti contattare se fosse successo qualcosa, e decisi di iniziare da quello più vicino all'albergo, sperando di trovarti,
Ricordo ancora perfettamente l'atmosfera di quel giorno : il rumore assordante del traffico, i clacson impazziti delle auto bloccate negli ingorghi, l'aria umida , il cielo colmo di nuvole, segno di un prossimo acquazzone...
Il sole stava quasi per tramontare dietro quella coltre di nuvole, creando un arcobaleno rosso sopra la linea dell'orizzonte, uno spettacolo da mozzare il fiato.
Quello è forse l'unico bel ricordo che ho della giornata.
Dopo circa mezz'ora sono arrivato al bar , e con mia grande fortuna ti trovai lì. Decisi di rimanere fuori dal locale, leggermente nascosto e di osservarti attraverso le grandi vetrine del locale; era un posto abbastanza tranquillo, persone entravano uscivano dal locale con un erto ritmo, mentre venivano serviti cocktail colorati sui tavoli..
Tu stavi parlando tranquillamente con il barista, avevi ordinato due cocktail , e mentre il bar man agitava lo shaker, discutevate come due vecchi amici, cosa che mi ha alquanto stupito...
Hai preso i due bicchieri e ti sei diretto verso un tavolo, dove ti aspettava un uomo sulla trentina, capelli lunghi sotto le spalle, e un torace estremamente largo...
Non avevo motivo di essere geloso, quello non era proprio il tuo tipo. Ero così sicuro di me stesso che stavo per entrare nel locale, così da farti una sorpresa, quando vi ho visti.
Lui ti ha preso la testa con forza, ti ha cacciato la lingua in bocca con una violenza tale che sembrava ti stesse salendo un conato di vomito.... Però tu lo lasciavi fare, anzi, corrugavi la fronte, proprio nello stesso modo come quando noi facevamo l'amore....
Tu,,, Quello ti piaceva... Tu stavi godendo per quel bacio così.... così.... Orribile.
Sono tornato sui miei passi, quasi neanche accorgendomi della strada sono arrivato all'albergo , sono salito nella camera chiudendomi la porta alle spalle.
Sono rimasto immobile, lì davanti la porta per più di un ora, a svegliarmi dal mio stato di trans è stato il telefono.
Era la reception, mi dicevano che ti avevano riferito che alloggiavo al tuo stesso albergo, e mi avevi fatto mandare a chiamare per cenare insieme,
Agganciai il telefono senza neanche rispondere.
Aprì la porta della stanza e uscì di nuovo per raggiungerti.
Se volevi giocare, l'avremmo fatto ad armi pari.
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Capitolo 2
Come se nulla fosse.
Non poteva essere …
Il senso di colpa mi stava facendo impazzire, si, si ; questa è la cosa più sensata e probabile, non può essere altrimenti, proprio non può .
Lui è a casa, a casa nostra, a pensare a quanto la nostra storia sia bella, a quanto sia perfetta, contando le ore, i minuti e i secondi che mancano al mio ritorno.
Si, lui era a casa, a riscaldare dell'acqua per non so quale pessima marca di ramen , il suo piatto preferito, ma anche ciò che divorava sempre quando di sentiva male....
Aspettava che tornassi per andare a cena fuori, per mangiare un piatto decente dopo giorni, per rifarsi di tutto quello schifo che aveva mandato giù …
Eppure …
Quello che ho visto davanti la vetrina di un bar in una città a migliaia di kilometri da casa, da dove dovresti trovarti … Eri proprio …
Cazzo.
Sono corso fuori dal bar, lasciando il mio “nuovo amico” seduto ancora al nostro tavolo, senza dargli un motivo. Non riuscivo a crederci, non potevi essere tu … Non sono riuscito a vedere, quel ragazzo era sparito nel nulla, ma avevo un terribile, orribile e fortissimo presentimento.
Non sapendo cosa fare sono rientrato dentro, mentre Eiji mi guardava furioso, odiava quel tipo di comportamenti così avventati, così impulsivi; amava programmare tutto nei minimi particolari, amava controllare tutto, in maniera maniacale.
Non so' cosa mi attraesse di lui, era così diverso da Naruto …
Lui era poco più che una testa quadra, non pianifica mai nulla, si lascia guidare solo dal suo istinto e nonostante quante volte fallisse, non riusce mai ad essere in conflitto con le sue idee, con il suo cuore, con la sua libertà.
Eiji invece era l'esatto opposto, odiava quando cercavo di sorprenderlo, di rendere più eccitante la nostra storia, che già solo dopo neanche un mese, iniziava a starmi stretta... Con lui non si poteva mai scherzare, o si parlava di lavoro, di sport o si faceva sesso. Con lui non facevo l'amore, non ci sarei certo riuscito. Quello che c'era fra noi era qualcosa di fisico, completamente diverso e esageratamente lontano dal sesso con Naruto; quell'idiota riusciva a farmi resistere anche ore, dato che pur di vedere quella sua espressione che faceva ogni volta che godeva avrei fatto qualsiasi cosa.
Con quest'altro invece era diverso... dopo una scarsa decina di minuti crollavamo sul materasso per la stanchezza, ma era decisamente più intenso, forte, travolgente, carnale...
Fui interrotto dai miei pensieri dalla vibrazione del cellulare, che si dimenava come impazzito dentro la mia tasca.
Di solito quando ero con qualcuno di “importante” come Eiji o Naruto lo lasciavo squillare senza dargli troppo peso, in fondo se era qualcosa di importante avrebbero richiamato, ma questa volta risposi immediatamente, credevo fosse lui.
Quando rispondendo sentii la voce del ragazzo che lavorava alla hall trassi un sospiro di sollievo, credevo di averla scampata, di aver visto male, di averti solo immaginato, ma appena prestai attenzione a quello che mi diceva, un po' imbarazzato, mi accorsi che parlava proprio di te.
Mi stavi aspettando nella stanza, eri uscito a cercarmi spazientito, dato che come una qualsiasi testa quadra non riesci mai a stare fermo, ed eri tornato visibilmente shockato e bianco in viso...
Sono corso via dal bar, ho buttato lì una scusa idiota ad Eiji, una di quelle che non si reggono in piedi neanche a tenercele, ma dovevo scappare.
Durante il tragitto per l'hotel devo essermi perso un paio di volte, dato che mi sono ritrovato in quartieri che non avevo visto né all'andata né le altre volte che ero stato in quella città.
Mi stavo facendo prendere dal panico, non riuscivo a ragionare lucidamente all'idea di te, possibilmente buttato su un letto a piangere, nello stesso hotel dove sarei dovuto tornare, possibilmente a poche camere di distanza dalla mia.
Dovevo trovare un modo per affrontarti, sapere cosa dire, trovare una scusa, trovare qualcosa, qualsiasi cosa che mi levasse da quella posizione così scomoda!
Ero così sconvolto e confuso che quando mi vidi riflesso nella vetrina di un negozio, feci fatica a riconoscermi...
Quell'aria sconvolta, i capelli arruffati, il petto che si muoveva frenetico per il fiatone, quell'aria trasandata che non mi apparteneva completamente...
E proprio guadando quel quasi sconosciuto, un'idea mi fulminò.
Sono corso in albergo, ti ho mandato a chiamare, cosi che avremmo potuto cenare insieme, tranquillamente io e te, una cena romantica come tutte quelle che ti avevo regalato e che ti piacevano tanto.
Avremmo mangiato tutto quello che ti piace di più, ti avrei servito fin troppo vino, di quello buono, di quello talmente forte che sei sbronzo solo odorando il forte profumo di quel calice.
Saremmo saliti nella tua camera, dopo che avrò accidentalmente dimenticato la mia chiave già al ristorante, e non avremo mica tempo per scendere , no, troppo tempo perso inutilmente...
Si, farò così, avrò quell'atteggiamento menefreghista che un po' ti piace, mi comporterò proprio come se nulla fosse.
Edited by ~ • Kry - 11/12/2011, 01:10
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